sabato 16 novembre 2013

Miracolo a Milagro


A Milagro, cittadina della comunità autonoma di Navarra (España), proprio in Calle Nuestra Señora del Patrocinio, qui (davanti a quella porticina a sinistra – c’è chi dice sul primo, c’è chi dice sul secondo gradino) un giorno, appropriatamente, apparve la Madonna.
Era luminosa e radiosa e non parlava. Ma agiva. Agì subito, sin dalla prima apparizione, facendo un miracolo straordinario: trasformò Milagro in Miracolo, frazione di Avigliano, in provincia di Potenza (Italia). Dopo di che, la Madonna, trasferendosi nulla interposita mora a Miracolo, frazione di Avigliano, in provincia di Potenza (Italia), quivi apparendo – fra il muretto sulla destra e il cancello sulla sinistra – operò un birichino milagro: trasformò Miracolo in Milagro, cittadina della comunità autonoma di Navarra (España).
Per tre settimane, il miracolo di Milagro e il milagro di Miracolo si ripeterono incessantemente, disorientando con prevedibili conseguenze i residenti di Milagro e quelli di Miracolo, ma mettendo soprattutto in confusione e in allarme i teologi della Chiesa Romana e le ferrovie dello stato spagnuolo e italiano, che non sapevano – rispettivamente – come dare ragione di quelle apparenti apparizioni ubique e da che parte andare per trasportare i pellegrini che, a milioni, volevano assistere al miracolo di Milagro o al milagro di Miracolo.
Un concitato concistoro di teologi italiani e baschi non partorì soluzioni accettabili, se non una netta presa di posizione dei secondi che giudicarono la questione estranea alle sfere di competenza della Chiesa (e di Roma e di Navarra), adducendo che le azioni della Madonna non erano controllabili da enti umani il che – essendo fondamentalmente vero – spiazzò i colleghi italiani.
Si giunse tuttavia a una sorta di pilatesco compromesso, consistente nella dichiarazione dello “stato di paradosso”. Con ciò si voleva trasferire la questione sul piano squisitamente laico della filosofia in generale, nella speranza che qualche suo membro dipanasse la matassa. Nessuno di costoro, quasi ovviamente, raccolse tecnicamente la sfida, se si eccettua un filosofo passante di Mestre che, distrattamente, buttò lì che “la questione a questo punto è politica”.
Sì, d’accordo: ma come spiegarlo ai dirigenti della Renfe e delle FFSS (o come si chiamavano – nessuno lo capiva: ne sarebbe potuta nascere una questione filologica, ma si decise di rimandare questa possibile complicazione), ai pellegrini che bivaccavano a milioni nelle stazioni ferroviarie ispaniche e italiane? Come spiegarlo agli investitori cinesi e russi, ai venditori di statuette e icone della Madonna, ai produttori di acqua santa, ai costruttori di alberghi prefabbricati, ai fiscalisti del Vaticano, al sindacato visionari, alla torma di gestori di indotto, insomma, che si erano già attrezzati per Milagro e Miracolo?

La soluzione, inattesa e in fondo ovocolombica, venne un giorno da due appassionati di scrittura creativa e condivisa incappati per caso in questo blog with dirty little lips.
Così, dunque, si espressero: “ (esprimiti, dài)

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