domenica 7 dicembre 2014

L’uomo di servizio

(Prima parte)




Non potendo, a causa dei miei fitti, pressanti, spesso ingombranti impegni, accudire degnamente alle faccende di casa, mi sono deciso ad assumere un uomo di servizio. Ho rinunciato ad assumere una donna perché, data la mia posizione – se sapeste qual è la mia posizione…–, so che le malelingue avrebbero di che malignare circa una mia tenuta in poco conto della donna (misoginia sarebbe eccessivo, anche se eccedere è il loro mestiere). Meglio, piuttosto, che esse facciano circolare un altro genere di voce calunniosa. Non saprei dire se questa voce è già in viaggio. Non m’importa. Ciò che mi sta a cuore mi pare sia chiaro.

Quest’uomo di servizio – non mi ha mai specificato se la definizione “domestico” lo urterebbe, perciò, nell’incertezza, giurai a me stesso che, in nessuna evenienza, in nessun caso, avrei usato questo appellativo nel riferirmi a lui – ha un nome e un cognome. Che non posso rivelare. In primo luogo perché egli ha diritto alla sua intimità (evito dispettosamente l’anglicismo d’obbligo). In secondo, ma non meno importante, perché li ignoro.



Sì, ho sentito la domanda. Ed ecco la risposta: non sono divorziato, né separato. Sì, ho vissuto per qualche tempo con una donna (nemmeno sotto tortura mi caverete di bocca quel termine, abusato, che indica, in sostanza, una concubina. Quel termine che fino a pochi anni fa usavano i comunisti fra di loro, e che ora i loro eredi si sono aboliti di bocca. Pubblicamente. So di già comunisti che continuano a rivolgersi quel termine in privato, tutt’al più in luoghi pubblici poco frequentati, e comunque badano a tenere la voce bassa. Sussurrano: “Come va, caro ***?” “Non c’è male, ***”. Non ce l’ho con i comunisti. Tutt’altro. Beh, forse “tutt’altro” è esagerato o addirittura non è il caso. Stabiliamo una volta per sempre che non ho niente contro i comunisti. Soprattutto perché non esistono più, si contrabbanda. Ma io ho motivo di ritenere che esistono eccome. Solo che hanno bandito – parzialmente – quella parola e hanno abolito il colore rosso. A me il rosso piace. Non lo avrei abolito, se fossi stato nei panni dei comunisti o, meglio, in quelli dei loro eredi. In casa mia il rosso abbonda. Qualche esempio? D’accordo: alcune tende, divano – ma più sul bordeaux – due belle seggiole in cucina: scarlatte, tendenti all’elettrico. In bagno c’è del rosso… Ecco, esattamente. Io stesso posseggo almeno due cravatte  rosse e un pullover rosso, di gradazione diversa.

Visto?

Quella donna, dicevo. I nostri contrasti erano troppo acuti, questo è vero, ma lei se andò di casa insieme alla domestica. Improvvisamente. Mi aveva accennato alla possibilità di un abbandono. Ma non avrei mai immaginato che mi avrebbe disertato portandosi dietro anche la donna di servizio – che lei, la mia convivente, aveva assunto senza gli scrupoli che in seguito mi sarei fatto io rispetto all’uomo di servizio che ora si occupa delle faccende cui io, personalmente, non posso far fronte per via dei miei intensi, straordinari imp… (Questo l’ho già detto. Scusate. È l’età. Non la mia: quella del mio collaboratore. Non so quanti anni abbia. Non glielo chiederei nemmeno sotto tortura, sua o di altri). Egli è intitolato – lo ribadisco – al suo riserbo. Stretto.

Quella donna, se posso: mi piantò in asso senza preavviso. Una mattina uscì di casa insieme alla donna di servizio e la sera non rientrò. Né il giorno dopo, la settimana dopo, il mese e l’anno dopo. Sono due anni. Non avvisai le autorità. E feci bene, perché tutti sapevano già che quella donna era svanita nell’aria fina insieme all’altra. I maldicenti non esitarono: una delle due si era innamorata dell’altra. Io so che non è così. Temo che la mia concubina fosse gelosa folle, vedesse un amorazzo fra me e la donna di servizio. Io ho la quasi certezza che l’abbia assassinata e fatta sparire: mettiamo nell’aria fina, in una palude o nell’acido. Ma deve essere successo qualcosa del genere. Non apro una parentesi per tre sole ma ottime ragioni: mi troverei la polizia per casa, uno; sarei internato, due; non sono uno scrittore di polizieschi, tre.
Quest’uomo, dicevo: ►

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