E come se la ride, mo’! |
(Chapeau!)
In questi quasi 68 anni, il suo curioso disturbo (l’origine del quale non è stata mai accertata) ha causato l’esaurimento nervoso di circa 2.553 persone che hanno avuto a che fare con lui. Fra costoro si sono altresì registrati numerosi decessi, secondo alcuni medici, che seguivano – da debita distanza – l’intossicato, direttamente o indirettamente connessi alla degenerazione degli stress neurosi in disorientamento culturale.
In questi lunghi e martoriati decenni, più volte avvicinato dalla stampa – sia garantista che forcaiola – per essere sottoposto a un’intervista, Alarico mai fu in grado di soddisfare le cortesi richieste a causa del flagello che gli impediva di parlare.
La tosse è stata per il von Falkusfava motivo di innumerevoli disagi, tra cui quello di non potere apprendere – sino ad oggi – gli esiti del Referendo, sia per connaturata mancanza di interesse nell’evento, sia per il frastuono della tosse (che lo rendeva sostanzialmente non udente), nonché per i violenti fremiti che questa gli provocava, incapacitandolo (verbo ampiamente improprio) a leggere un giornale o a guardare la tv.
Ha inoltre, in un primo momento, perso i denti, e, in un secondo, la dentiera (applicatagli con notevoli sforzi da un dentista-guaritore filippino, deceduto dopo l’intervento), senza mai – a differenza del fortunato Bruce Dern – ritrovarla, pur avendola cercata presso un binario triste e solitario.
Siamo ansiosi di incontrarlo per sapere almeno due cose fondamentali:
1) come sia riuscito a sopravvivere per tutti questi anni senza nutrirsi;
2) cosa pensi di Massimo Cacciari.
Possiamo anticipare che alla miracolosa guarigione è subentrato un riso quasi (per fortuna quasi, wow!…) ininterrotto, iniziato subito dopo che il vegliardo ha appreso i risultati del Reverendo di cui sopra.
Confidiamo di fargli altre domande circa la sua inusuale esperienza, sulla quale ci (più che vi… e a chi gliene cale una mazzeruola…) terremo informati e che – se Iddio vorrà – potrebbe risultare in un libro che non ci dispiacerebbe intitolare L’uomo che tossiva dal 1946, senzameno destinato al dimenticatoio.
(O forse è meglio L’Uomo che tossì per quasi 68 anni? eh? che ne dite? Cominciate a spammare il blog, anziché prendervela sempre con questo povero diavolo, forza!).
Illustrazione di Stefano Baratti.
noooo, non un altro referedum sul non titolo; potrebbe rimettersi a tossire.
RispondiEliminama altri 68 anni non credo che ce la faccia (e poi la Costituzione non prevede due mandati di tossicità)
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