Il muro non cede sotto i colpi dei suoi aguzzini |
L’interrogatorio dura da due giorni e quattro notti. Il muro è ormai con le spalle al muro; sta per crollare sotto l’incalzare delle domande – questa è l’impressione generale. Ci sono prove inconfutabili contro il muro. Davvero? Se così è, il muro cederà, si sfalderà, andrà in pezzi, i suoi stessi mattoni si sbricioleranno; con una processione di carriole verrà quindi trasferito definitivamente in cella, nel braccio della morte dei muri; nell’attraversare i tetri corridoi di quelle segrete, i muri da anni in rassegnata attesa di esecuzione lo sbeffeggeranno: “Ave, murituri te salutant”.
Una volta raggranellatene le briciole, verrà rimesso in piedi da abili massoni affinché possa essere messo al muro nel pieno delle sue facoltà.
Il muro, contro il parere del suo avvocato d’ufficio, non si è avvalso della facoltà di non rispondere per non dare ai suoi aguzzini la soddisfazione di non poterlo martellare con la domanda: “Stiamo forse parlando a un muro?”
Lui non fa che ripetere: “Sì, state parlando a un muro”.
Stranamente non creduto, ogni volta si becca uno pugno in facciata dagli aguzzini. Una ventina di loro hanno il braccio ingessato. Ma non desistono. Fanno i turni: e a che servirebbe l’apposita Task Force Wall? Del resto acqua e sale non hanno sortito risultati (apprezzabili – come suole dire il calzolaio), se non quello di rinforzarlo.
Il muro è duro. Non è muro da pianto. Che ne sarà del muro?
Qualcuno ha pensato di rivolgersi agli specialisti berlinesi.
“Ma il muro”, dice il detective Moore, “deve arrivare integro alla meta”.
Qual è la meta? Nessuno, invero, lo sa.
Come si potrà procedere a questo punto? Nessuno invero azzarda.
Mettere il muro al muro? Colpirlo con una wrecking ball? E chi garantisce per l’incolumità del muro contro il quale dovrebbe essere messo il muro?
Il muro è duro. Il muro è grande. Strumenti di tortura e morte gli fanno il solletico.
Gli aguzzini non sanno dove sbattere la testa. Contro il muro, ovvio, non possono, data la presenza dell’avvocato. Ma le prove contro il muro sono pesanti come pietre, benché più grezze dei bei mattoni.
Ora, noi, Pubblica Opinione, chiediamo a voi Autorità, ve lo chiediamo con la cazzuola in mano: “Quousque tandem?”
Ma udiamo già vaghezze sibilare ventose fra le crepe:
Racconto facente parte di questa iniziativa para-social di storie in-finite.
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