Il delitto non del tutto imperfetto
Danilo R., un uomo di anni 45 portati sufficientemente bene grazie all’esercizio fisico e mentale, consistenti – il primo – nella manutenzione di armi da fuoco di precisione e nella passione – il secondo – per il reenactment di dolorosi ma necessari episodi storici (pare avesse già pronto il biglietto aereo per Dallas, dove – secondo quanto sostengono i vicini – intendeva appostarsi, in compagnia di un Carcano M91/38, a un piano alto del Texas School Book Depository in Dealey Plaza in attesa del passaggio del motorcade presidenziale di cui avrebbe fatto immancabilmente parte il Kennedy John – egli credendo fortemente nella reincarnazione e vichianamente nella ciclicità della storia, sempre secondo le affermazioni dei vicini; ma, a parte questo, dichiara forse faziosamente una vicina, era un uomo delizioso), viceversa subitaneamente accecato, ammutolito e assordato dalla – a quanto pare – gelosia, la notte di San Silvestro (o forse la mattina di San Chiaro, Abate di S. Marcello di Vienne; San Frodoberto, Abate di Moutier-La Celle; San Fulgenzio di Ruspe, Vescovo; San Sigismondo [Zygmunt] Gorazdowski, Sacerdote; Sant’Almachio, Martire; Sant’Eugendo, Abate di Condat; Sant’Odilone di Cluny, Abate; Santa Zdislava, Madre di famiglia – secondo il sito santeparole.it) avrebbe martoriato a morte la convivente, Ombretta N., di anni 59 da compiere, a nutriti colpi d’ascia.
Giunte sul luogo del carnaio, le forze dell’ordine hanno potuto constatare la morte della N. non prima di averle preso il polso (per fortuna già staccato) e posto uno specchietto davanti alla bocca.
Danilo R., tradotto in una galera, si è detto (a segni) sereno e fiducioso nella giustizia.
Serenità e fiducia mai furono meglio ripagate: l’immediata autopsia sulla povera vittima, infatti, ha stabilito che la stessa è deceduta per un’improvvisa complicazione polmonare subentrata 8 secondi prima dell’attentato compiuto dal convivente.
Danilo R. è stato immediatamente scarcerato e già in mattinata del 1° gennaio ha potuto ricongiungersi con la sua seconda convivente, Asfodelia S., di anni 62, sofferente di una non grave forma di mania persecutiva e persecutoria.
Danilo R. in posa con i suoi gioielli. |
Fonti vicine ai vicini forniscono una versione alquanto differente della tragedia (o dramma), come riferisce la bella multi-inviata dei TG 1, 2, 3, 4, 5, 7 (il 6 risulta ancora latente) anche quest’anno in lizza per l’alloro nel campionato italiano delle telegiornaliste, lodevole iniziativa indetta da un sito internet che, pur avendo, in teoria, molte altre cose di cui occuparsi, gestisce con successo la manifestazione di bellezza e bravura giunta ormai alla sua vigesima edizione.
A delicata ma pregnante domanda della corrispondente di massacri e drammi (o tragedie) della gelosia, risponde infatti il vicino Sòstene P., fonte giudicata attendibile dall’olfatto giornalistico della candidata Miss TG: “No, guardi, l’era un uomo tranquillo quello, più di John Wayne. A parte ’sta passione per le armi, insomma. Se vuole che gli dico la mia, signorina, secondo me gli è venuta una crisi come una rabbia, si potrebbe dire – se posso dire – contro la tennologia, che lui ci si sentiva un poco schiavo. Per questo ha sbrigato la faccenda con l’assia, e no col fusìl”.
“Ma a parte questo”, incalza professionalmente l’inviata, “lei cosa si sente di aggiungere?”
“Ma, veda – sempre se posso dire la mia – a mio modo di vedere ’l guardava troppi TG”.
“No, non può dire la sua”, conclude poeticamente la telegiornalista, per restituire la linea allo studio, dove un’altra telegiornalista (che l’anno scorso si è qualificata terza al campionato), dopo aver commentato “Bene. Ma voltiamo decisamente pagina”, ci informa su una seconda tragica fatalità occorsa la notte di San Silvestro (o forse la mattina dei santi di cui sopra).
Fatalità (o tragica bravata?) nel mondo dello spettacolo
Tragica fine di Rozzha Xexxa, attrice di pellicole per soli grandi. Forse perché a lungo emarginata dal mondo dello spettacolo o non sufficientemente valorizzata, aveva deciso di prendersi una rivalsa con lo stabilire il record planetario di rapportarsi con più partner contemporaneamente (per quanti non lo sapessero, situazione tecnicamente nota nel mondo dello spettacolo come “ghenga-benga”) nella speranza di un futuro migliore e più equo.
Tutto essendo stato predisposto per l’evento la notte di San Silvestro (o di Santa Colomba di Sens, Vergine e martire; Santa Donata e compagne, Martire [sic!] a Roma; Santa Melania la Giovane, Penitente; Santa Paolina, Vergine e martire, secondo il sito santeparole.it, in contrasto con sito santiebeati.it, che annovera, fra gli altri, anche san Zotico, sacerdote, che provvide al sostentamento degli orfani; Beato Domenico de Cubells, predicatore mercedario; San Barbaziano di Ravenna, pure egli sacerdote; e altri), l’evento si è svolto ogni cosa parendo andare, lì per lì, per il verso giusto.
Rozzha sarebbe infallibilmente entrata nel guinness dei primati se solo, dopo l’atto o atti, ciascuno dei 412 uomini non avesse voluto fumare una sigaretta, pretendendo per altro che Rozzha, a sua volta, fumasse un sigaretta con ognuno di loro a gesto d’amore consumato.
Sventuratamente, i partecipanti all’impresa (tutti volontari, stando a fonti vicine al mondo dello spettacolo) sono morti asfissiati dal fumo esalato dalle 412 sigarette, mentre Rozzha è decessa, per conto proprio, alla 78a sigaretta.
Rozzha Xexxa ai tempi on cui non aveva contratto il vizio del fumo. |
Gli inquirenti, dopo aver sequestrato i videonastri documentanti l’evento con l’intento di vederci chiaro, si sono dovuti arrendere alla non evidenza del fatto determinata dalla spessissima coltre di fumo predominante nel locale dove ha avuto luogo la tragica bravata.
Ma voltiamo decisamente pagina.
Una telegiornalista impegnata in una prova di bravura e bellezza in una delle prime edizioni del campionato delle telegiornaliste |
Illustrazioni di Stefano Baratti
alla fine si e' trasformata in una "ghenga-bonga"
RispondiElimina